ISTAT: entro fine 2020 oltre 40% delle imprese potrebbero essere a rischio finanziario

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L’ISTAT ha pubblicato il report “SITUAZIONE E PROSPETTIVE DELLE IMPRESE NELL’EMERGENZA SANITARIA COVID-19” che prevede, per 4 imprese su dieci, un calo del fatturato di oltre il 50% .

In particolare, l’ISTAT segnala che oltre la metà delle imprese (37,8% di occupati) prevede una mancanza di
liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020.
Il 38,0% (con il 27,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività e il 42,8% ha richiesto il sostegno per liquidità e credito.

La crisi economica che ha colpito il sistema produttivo a seguito dell’emergenza sanitaria, produce – nelle valutazioni delle imprese – effetti di medio periodo per quasi nove aziende su dieci. Oltre la metà delle imprese (51,5%, con un’occupazione pari al 37,8% del totale) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020 e il 38,0% (27,1% il loro peso occupazionale) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività. La mancanza di liquidità è tanto più diffusa quanto minore è la dimensione aziendale, interessata anche da una dinamica più negativa del fatturato.

Analizzando l’andamento durante l’emergenza suddiviso per dimensione aziendale, si rileva che per le imprese che occupano da tre a nove addetti solo il 30 % è rimasto sempre in attività, il 20% circa l’ha ripresa dopo il 4 maggio ma sono quasi il 50% quelle che sono rimaste chiuse con attività sospesa, dieci per cento delle quali per propria scelta.

Oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7% dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%; nell’8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile.

L’adeguamento degli spazi di lavoro si è reso necessario per assicurare il distanziamento fisico dei lavoratori e ridurre così le probabilità di un eventuale contagio. Il 56,3% delle imprese (63,2% in termini di occupazione) ha già adottato questa misura precauzionale, il 29,3% (26,7% degli addetti) non ha ancora provveduto ma afferma di poterlo fare, il 14,4% (10,1% di addetti) dichiara che gli spazi di lavoro risultano impossibili da adeguare.

La difficoltà a riadattare gli spazi di lavoro dipende poi molto dalla dimensione aziendale. A dichiararsi impossibilitate a farlo sono il 15,3% delle micro-imprese e l’11,6% delle piccole (che insieme rappresentano il 7,2% dell’occupazione complessiva).

A fine maggio 2020, il 90% delle imprese con almeno 3 addetti (circa 906 mila unità che impiegano 12,2 milioni di addetti, pari al 95,5% del totale) dichiara di avere adottato nuove misure di gestione del personale legate all’emergenza sanitaria.

LEGGI QUI IL REPORT ISTAT