Non è certo un mistero che oltre alla ovvia grande preoccupazione per la salute propria e dei propri cari, per i panificatori così come per molte altre categorie la paura del contagio COVID rappresenta una vera e propria ossessione, consapevoli come siamo tutti del rischio concreto di chiusura dell’azienda.
Cosa del resto già purtroppo toccata a molti e ad alcuni proprio sotto le feste di Natale.
Resta il fatto che spesso non si ha chiaro come ci si debba comportare nel caso in cui si rilevi un contagio in azienda (ma anche in famiglia).
Il sito del SOLE 24 ORE ha pubblicato un ottimo post di chiarimento, specificando bene e con grande chiarezza
Ovviamente, e come spiega bene l’articolo, tempi di esposizione e contesti diversi comportano conseguenze diverse e obblighi diversi in capo ai soggetti.
Raccomandando la lettura attenta dell’articolo in questione (QUI IL LINK ALL’ARTICOLO DEL SOLE24 ORE)
Il primo obbligo in capo a chi ha avuto un “contatto stretto” con un soggetto che sia risultato COVID positivo è «di allertare il proprio medico, che avviserà o fornirà tutte le indicazioni per contattare il Dipartimento di prevenzione della Asl o Ats competente per territorio che disporrà la quarantena e la sorveglianza»
Bisogna però prima di tutto intendersi su cosa sia un semplice “contatto” o un “contatto stretto”.
La normativa così definisce i due casi: mentre il “contatto” riguarda qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato Covid in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo, per “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato si intende una persona che vive nella stessa casa di un caso Covid, una persona che ha avuto un contatto fisico diretto (per esempio la stretta di mano) o non protetto con le secrezioni di un caso Covid (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati), chi ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso Covid a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti, una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso in assenza di dispositivi di protezione idonei. (indicazioni tratte dall’articolo sole 24 ore sopra citato).
Ancora, vi è la possibilità di rientrare nella casistica di “basso rischio” quando il contatto è, ad esempio, avvenuto con un faccia a faccia a meno di due metri ma per un periodo inferiore ai 15 minuti.
Come segnala l’articolo citato, è di particolare interesse il caso dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il soggetto risultato positivo al COVID19 era seduto che vengono così classificati quali contatti ad alto rischio.