PIANO COLAO e infortunio da COVID : è questa la soluzione? (non è detto…)

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Ieri Colao ha presentato il suo piano di rilancio dell’economia articolato in sei punti:

Imprese e lavoro

Infrastrutture e Ambiente 

Turismo, Arte e Cultura

Pubblica Amministrazione

Istruzione, Ricerca e Competenze

Individui e Famiglie

Questo l’indice dettagliato del piano:

1. Occupazione e ripartenza delle imprese
2. Liquidità di sopravvivenza alle imprese
3. Riduzione impatto contenziosi post-crisi
4. Rafforzamento capitalizzazione delle imprese
5. Incentivo alle misure di presidio del rischio fiscale
6. Emersione lavoro nero
7. Emersione e regolarizzazione contante derivante da redditi non dichiarati
8. Regolarizzazione e rientro dei capitali esteri (no scheda)
9. Passaggio a pagamenti elettronici
10.Innovazione tecnologica e proprietà intellettuale
11.Innovazione energetica e sostenibilità (no scheda)
12.Sostegno a Start-up innovative
13.Competenze gestionali e assunzioni specialistiche
14.Riqualificazione disoccupati/CIG
15.Piattaforme formative pubblico-private per filiere produttive
16.Reti, Filiere e Aggregazioni
17.Sostegno Export
18.Reshoring
19.Terzo settore

Un piano che, per la sua complessità, ha bisogno di essere analizzato con calma.E lo faremo. Ma, soprattutto, dovremo capire se rappresenta l’ennesimo libro dei sogni italiano o qualcosa che ha reali possibilità di essere, quantomeno in parte, realizzato.

Rileviamo e non a caso, al primo punto il Piano Colao ha messo il problema, da noi ( e non solo da noi) più volte sollevato della responsabilità penale delle imprese nel caso di infortunio COVID. Eccola scheda di apertura del documento:

Ma i dubbi che anche la soluzione proposta da Colao sia risolutiva rimangono: non tutti sono d’accordo che questa sia una soluzione realmente efficace.

Scrive Vitalba Azzolini :

QUI l’articolo integrale per chi voglia approfondire la questione. 

Ma, come sostiene l’autrice, molto meglio sarebbe stato  meglio esplicitare che ciò vale solo ai fini del trattamento assicurativo, senza alcuna presunzione di responsabilità, civile o penale, del datore di lavoro.

Quindi, nonostante le molte parole fin qui spese e sentite, continuiamo a navigare nell’incertezza di come questa (brutta) storia andrà a finire.