
Ennesima fregatura: chi ha speso in dispositivi anticovid e igienizzanti vari convinto che il Governo sarebbe intervenuto con un credito d’imposta del 60 % si trova oggi a vedere questa agevolazione ridotta a meno del 16%. Naturalmente parliamo del 16% rispetto al 60%, dunque quello che ci toccherà sarà in realtà poco più del 9% di quanto realmente speso…
Eppure erano spese che andavano a beneficio di tutti: lavoratori, aziende, ma anche la gente comune alla quale abbiamo messo tutti a disposizione soluzioni idroalcooliche, guanti, igienizzazioni di maniglie e superfici.
Vergognoso.
L’Agenzia delle Entrate , con circolare dell’11 settembre, ha comunicato di aver provveduto alla Determinazione della misura percentuale di fruizione del credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto dei dispositivi di protezione dall’articolo 125 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate erano stati definiti i criteri e le modalità di applicazione e fruizione del credito d’imposta, ai fini del rispetto del limite di spesa stabilito in 200 milioni di euro dal comma 1 del richiamato articolo 125.
La circolare qui in esame ricorda che il credito era di spettanza purchè fosse presentata all’Agenzia la domanda entro il 7 settembre 2020 (vedi qui il nostro comunicato);
- che per ciascun beneficiario, il credito d’imposta è pari al 60 per cento delle spese complessive risultanti dalla comunicazione e che non può eccedere il limite di 60.000 euro;
- che ai fini del rispetto del limite di spesa, l’ammontare massimo del credito d’imposta fruibile è pari al credito d’imposta richiesto moltiplicato per la percentuale resa nota con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro l’11 settembre 2020, che è questa circolare qui in esame. La percentuale è ottenuta dal rapporto tra il limite complessivo di spesa (200 milioni) e l’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti che sono stati pari a 1.278.578.142 €, ovvero quasi un miliardo e trecento milioni.
Pertanto, essendo il rapporto tra l’importo disponibile (i 200 milioni) e il totale richiesto (1.278.142 €)
pari al 15,6423 per cento sarà questa la percentuale effettivamente spettante per ognuno rispetto a quanto richiesto.
In pratica, il credito d’imposta si riduce per ognuno dal 60% previsto al 16% scarso reale.
Ciascun beneficiario può visualizzare sul proprio cassetto fiscale il credito d’imposta a cui ha effettivamente diritto e che potrà essere utilizzato, come previsto dai punti 5 e 6 del provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate già sopra richiamato ovvero
a) nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento della spesa;
b) in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241 a partire dal giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del provvedimento di cui al punto precedente
o, ancora (punto 6)a mezzo cessione, anche parziale, del credito stesso ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito
e altri intermediari finanziari.