Mentre in Italia il dibattito è tutto incentrato sulle modalità di un auspicato ma difficile rilancio dell’economia, l’Europa inizia a fare un serio esame di coscienza su che cosa sia andato storto dal punto di vista sanitario e come ci si debba preparare ad una possibile seconda ondata epidemica o ad altre situazioni di emergenza sanitaria che potrebbero ripresentarsi in futuro.
Per questo la Direzione Generale Salute (DG SANTE) ha lanciato una consultazione pubblica aperta gli operatori sanitari di tutta Europa per raccogliere le opinioni dei medici al fine di comprendere che cosa è stato fatto, cosa si poteva fare meglio e cosa è necessario fare per prepararsi alla seconda ondata. Non a caso, infatti, il webinar organizzato dalla DG SANTE è stato intitolato “Seconda ondata di COVID-19: azioni preparatorie – Consultazione con i Clinici nel contesto del” Sistema di supporto alla gestione clinica COVID-19 “.Mentre la prima ondata di pandemia di Covid-19 inizia a declinare in Europa e mentre gli Stati membri stanno
allentando progressivamente le misure di contenimento, è il momento di fare tesoro delle esperienze e insegnamenti di questi ultimi mesi per migliorare il livello di preparazione e risposta per una possibile ondata futura di Covid-19 e in generale per altre future pandemie. Attraverso un dialogo con le autorità nazionali degli Stati membri e pertinenti la Commissione sta avviando un lavoro di consultazione per identificare i punti critici, i possibili miglioramenti soprattutto in termini di coordinamento europeo per un’azione più coordinata ed efficiente

Anne Bucher, direttore generale della DG SANTE, presentando l’iniziativa, ha spiegato come la crisi ha messo in luce i punti deboli del nostro attuale coordinamento a livello europeo. durante l’emergenza Covid-19 e sottolineato l’importanza di concentrarsi sulle misure di contenimento nella comunità e in ospedale per ridurre la congestione delle unità di terapia intensiva (ICU).
Sono stati sottolineati i problemi più critici come la carenza di medicinali, compresi i farmaci di base attuali che mancavano durante il crisi e che avrebbero contribuito a ridurre il peggioramento delle condizioni dei pazienti e il loro conseguente trasferimento in unità di terapia intensiva, così come la carenza di alcuni materiali critici e attrezzature, numero di posti letto in terapia intensiva e formazione e preparazione degli operatori sanitari, tutti elementi fondamentali.
Uno dei suggerimenti della Direzione generale è quella di organizzare una formazione breve ma a livello europeo per consentire agli operatori sanitari che non sono esperti di terapia intensiva di acquisire quantomeno le competenze minime necessarie ed essere così più preparati in caso di una nuova pandemia.
Martin Seychell, vicedirettore generale della DG SANTE, ha evidenziato come la crisi abbia messo in luce i punti deboli dell’ attuale coordinamento a livello europeo. Ciò include l’assenza di definizione di procedure standard nella comunicazione delle misure di preparazione da parte degli Stati membri, che fino ad ora è stata fatta solo ogni 3 anni; l’attuale quadro temporale per lo sviluppo di nuovi vaccini, ora previsto per un intero decennio; la carenza di attrezzature critiche con difficoltà da parte dell’industria a rispondere in modo tempestivo e la forte dipendenza da paesi terzi, in particolare per medicinali o materie prime.
Si tratta di questioni che debbono assolutamente trovare risposte sia in vista di una possibile seconda ondata che in caso di altre nuove forme di pandemia che potrebbero presentarsi in futuro.