
LETTERA APERTA A FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL
Signori rappresentanti dei lavoratori,
Il 6 marzo il Presidente Federale Roberto Capello ha scritto agli Enti Bilaterali – dei quali oggi siete alla guida detendone entrambe le presidenze – chiedendo il loro’ intervento urgente con sospensione dei versamenti almeno per i mesi di marzo e aprile, l’ utilizzo del fondo straordinario di solidarietà per eventi eccezionali a favore delle imprese e sollecitato FONSAP a chiedere alle compagnie assicurative di includere nei rimborsi delle coperture sanitarie le infermità, ricoveri e eventuali cure successive dovute al contagio del coronavirus. In questo modo il Fondo avrebbe anche contribuito ad alleggerire i costi che oggi gravano totalmente sulle spalle della sanità pubblica che particolarmente oggi versa in forte difficoltà finanziaria.
Al 6 marzo, data dell’invio della lettera del presidente Capello agli Enti Bilaterali, in Italia si contavano poco più di 4.600 infettati: oggi sono oltre 28mila, sei volte tanti. Al 6 marzo vi erano due zone rosse, oggi lo è tutta l’Italia.
Ancora oggi, cari sindacati che siete alla guida dei nostri Enti Bilaterali, non avete trovato il tempo di rispondere. Tempi necessariamente lunghi, sindacali ? Eppure i vostri segretari federali hanno impiegato meno di 24 ore per chiederci in pratica di sottoscrivere il protocollo che hanno firmato le Confederazioni con Governo e Confederazioni imprenditoriali. Evidentemente era più urgente firmare carte che dare soluzioni concrete che dovrebbero essere prese senza indugi.
Ma ora non basta più quel poco che una settimana fa la Federazione vi ha proposto: serve ben altro. E’ giunto il momento di darsi una mossa.
Non domani, ma subito, ora, adesso.
Mai, negli oltre settant’anni di relazioni comuni abbiamo dovuto affrontare situazioni di gravità pari a quella odierna.
Mentre la statistica istituzionale nazionale è concentrata sulla sanità e sui numeri dell’infezione, la nostra Federazione guarda alla crisi delle nostre imprese che è perlomeno altrettanto impressionante . Sono pesantemente a rischio centinaia di panifici, forse migliaia, particolarmente laddove la fornitura ad alberghi, bar e ristoranti, sia importante e significativa. Dobbiamo registrare crolli del fatturato che spesso superano l’80%. Questo significa rischio reale e concreta probabilità di chiusura anche di quelle imprese che, oggi, sono ancora fortunatamente sane dal punto di vista economico, ma che non potranno reggere a lungo costi attuali a fronte di entrate ridotte al lumicino.
Ciò che sta avvenendo è certamente di una gravità senza precedenti , riconosciuta e testimoniata dal fatto che mai nella storia della Repubblica Governo e Parlamento hanno assunto misure finanziarie di sostegno all’economia e alle famiglie così rilevanti. Non sappiamo ancora se saranno misure efficaci per le nostre imprese o, per quanto ci riguarda, solo pannicelli caldi da sbandierare. Ad esempio, il rinvio delle scadenze fiscali sarà certo utile per chi oggi è già in crisi, ma sarà soffocato domani quando dovrà pagare comunque. I 600 euro di cui si parla a favore delle imprese appaiono essere più una carità che un dignitoso contributo per tenere il vita le aziende. Si prospetta dunque, per molti, troppi panifici, una lunga, lenta e dolorosa agonia. Davanti a tali prospettive, non possiamo certo rimanere fermi, né lo potete fare voialtri che portate la responsabilità della difesa di migliaia di posti di lavoro oggi attivi nel nostro comparto.
E, indipendentemente dal contenuto dei provvedimenti governativi dei quali si attende la pubblicazione e che saranno oggetto di attenta valutazione nei prossimi giorni, rimane il fatto che nessuna parte sociale può permettersi di attendere passivamente gli eventi ma spetta a tutti, imprenditori e lavoratori, assumere in piena responsabilità iniziative e decisioni forti, coraggiose, e se occorre anche tali da rompere tabù consolidati che oggi però potrebbero segnare la fine delle nostre imprese e la perdita di un numero impressionante di posti di lavoro.
Siamo dunque chiamati tutti, rappresentanti delle imprese e dei lavoratori, ad uno sforzo comune, a decisioni coraggiose, iniziative forti da assumere in piena responsabilità e rapidamente avendo per obiettivo comune la salvaguardia e la sopravvivenza di una parte essenziale, quale è certamente la nostra, della struttura produttiva e sociale del nostro Paese.
Dobbiamo tutti essere capaci di mettere in campo strumenti che consentano alle aziende di panificazione italiane, per quanto possibile, di superare questo drammatico frangente e salvaguardare il posto di lavoro delle migliaia di collaboratori che in esse operano anche in questi momenti così difficili per tutti.
Non è il momento delle parole ma quello delle decisioni concrete, anche dei sacrifici, che sono e saranno probabilmente pesanti per tutti: ecco perché insieme dobbiamo fare tutto il possibile per evitare crisi aziendali e le molte chiusure che oramai si annunciano imminenti.
Oggi siete chiamati, quali rappresentanti dei lavoratori, a dare il vostro contributo affinchè le aziende possano sopravvivere e mantenere i posti di lavoro che fin qui hanno garantito.
Interventi immediati e chirurgici, che diano il segnale che credete realmente che aziende e lavoratori debbano essere strenuamente difesi, a tutti i costi e con tutti gli strumenti che il Contratto di Lavoro e gli Enti bilaterali possono immediatamente mettere a disposizione. Ne suggerisco alcuni che sono possibili ed attuabili subito:
Ad esempio, sulla base dell’attuale CCNL vigente, prendendo spunto da quanto previsto per il 2° livello di contrattazione: ( art. 9, punto h : “ al fine di gestire gravi situazioni di crisi economiche, con l’obiettivo di salvaguardare l’occupazione, si possono determinare intese di quanto disciplinato dal presente CCNL in materia di prestazioni lavorative, orarti di lavoro e organizzazioni del lavoro prevedendone la natura sperimentale e/o temporanea”) estendendo tale articolo, seppure in via eccezionale e temporanea, al livello nazionale si dovrebbe da subito:
- sospendere le maggiorazioni per lavoro notturno e per lavoro supplementare quantomeno per il periodo di epidemia conclamata, tenuto conto dell’effettiva necessità di ricorrere a turnazioni nel lavoro che possono comportare maggiori oneri per le imprese ad esempio con più ore notturne perchè il lavoro viene diluito su periodi più lunghi per limitare al massimo i momenti di lavoro contestuali di più persone negli stessi ambienti, si potrebbero temporaneamente;
- ridurre del 20% le retribuzioni per tutte le qualifiche per i mesi di crisi;
- Dare indicazioni agli Enti Bilaterali di utilizzare, nella misura possibile, il fondo straordinario emergenze costituito a favore di tutti i panificatori italiani che lo richiedano e
- per tutte le imprese in regola con la contribuzione utilizzare, sempre per quanto possibile il Fondo Scopi Statutari di Ebipan. Gli ultimi bilanci degli Enti, approvati l’anno scorso, ci dicono che è sicuramente possibile farlo. Come e in che misura sta ai Consigli di Amministrazione da voi presieduti definirlo. Subito.
Siamo ovviamente e come sempre aperti alla discussione così come ad altre proposte. Ma dobbiamo fare in fretta. Non si invochi la necessità di riunioni collegiali per discuterne: teleconferenze, skype, mail e whatsapp si utilizzano oramai regolamente; e, quanto agli Enti Bilaterali se c’è la volontà di farlo, i presidenti possono prendere decisioni in via d’urgenza che la situazione drammatica giustificherebbe pienamente.
Mettiamo tutti da parte rituali e liturgie che farebbero solo perdere tempo e che oggi non hanno più alcun senso.
Per favore rispondete, e fatelo subito: il tempo sta per scadere.
Edvino Jerian
Presidente Onorario della Federazione Italiana Panificatori