Oggi, martedì 31 maggio, la FEDERAZIONE ITALIANA PANIFICATORI ha siglato con le organizzazioni dei lavoratori di FAI-CISL, FLAI-CIGL e UILA- UIL l’accordo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, scaduto fin dal 31 dicembre 2018.
Si chiude così, dopo quasi tre anni e mezzo la trattativa per il rinnovo del nostro contratto nazionale di lavoro. Un contratto più moderno e flessibile, che consente alle nostre imprese di affrontare i cambiamenti e le crisi presenti e future. Riclassificazione del personale, maggiore flessibilità delle mansioni, una più chiara e precisa individuazione dell’impresa di panificazione artigiana ma anche una forte spinta ad un utilizzo della bilateralità per sostenere imprese e lavoratori. Il nuovo accordo prevede un incremento retributivo a regime di 69,50 € (40 € a maggio e 29.50 e € a settembre) ed una ”una tantum” di 200 € (da erogarsi in tre tranche, rispettivamente 70.00 € con la retribuzione del mese di maggio, 70.00 € con quella di ottobre e 60 € con quella di dicembre) a copertura delle 46 mensilità relative al periodo di vacanza contrattuale.
Che la trattativa sia stata difficile lo dimostra il fatto che in nessun rinnovo contrattuale si era giunti ad un periodo di tempo (38 mesi) così lungo e, per altro verso, a distanza di soli sette mesi dal termine fissato per la validità del nuovo accordo. Non c’è dubbio che la pandemia abbia influito sulle trattative: ma non si è trattato solo e soltanto di difficoltà oggettive ad incontrarsi ( le riunioni via web, per quanto utili, non possono certo sostituire un confronto diretto), quanto piuttosto abbia drammaticamente messo in evidenza i limiti oggettivi del vecchio contratto che, obsoleto nella struttura ma anche in molti contenuti, rendeva difficile consentire alle nostre imprese di affrontare in modo adeguato gli enormi cambiamenti intervenuti soprattutto in questi ultimi anni.
La pandemia, con le assenze forzate di personale e con la conseguente necessità di utilizzare i collaboratori in mansioni anche diverse da quelle contrattualmente troppo rigidamente definite, ma anche con il necessario rispetto di distanziamenti e possibilmente turni di lavoro diversi ad evitare ove possibile contatti stretti, ha acuito ancor di più quella fortissima richiesta di flessibilità che proveniva da tempo dalla categoria. A questo fondamentale aspetto il nuovo testo contrattuale dà risposte importanti allargando in modo deciso la possibilità di adibizione del personale di vendita anche alla somministrazione e all’affiancamento nella produzione, così come è importante la possibilità di utilizzo, seppur in misura limitata, del personale di produzione nelle consegne all’ingrosso. Ampliato anche il numero di aiuto commesse in rapporto ad ogni commessa presente che passa a tre a uno mentre precedentemente era di uno a uno.
Un ulteriore elemento importante e che va evidenziato è una migliore e puntuale differenziazione tra le aziende di panificazione artigianali e quelle industriali. A molti potrebbe sembrare questione di poco conto, ma il vecchio testo contrattuale ( “ Sono da considerare panifici ad indirizzo produttivo industriale quelli che dispongono di impianti automatizzati nei processi di produzione e di cottura e che sono dotati di struttura adeguata.”), in alcuni casi nei quali un lavoratore sosteneva che la sua azienda, dotata anche di un semplice gruppo automatico formatore magari comandato da un sistema elettronico un po’ più sofisticato, in base a quella formulazione risalente a decine di anni fa, andava considerata industriale e non artigianale, ha portato anche la magistratura a optare per questa interpretazione con tutte le pesantissime conseguenze in termini non solo di retribuzione ma anche di penalità ad essa connesse (contributi, ecc).
Né va dimenticato che la nuova formulazione, che tiene conto degli sviluppi tecnologici anche più recenti applicabili non solo nell’industria ma anche nella piccola azienda artigianale, è perfettamente coerente con quella – analoga – proposta da questa Federazione in sede di Commissione degli Esperti ISA a SOSE e Agenzia delle Entrate.
Inoltre, di rilevante importanza una migliore e più concreta ridefinizione dei compiti che il nuovo testo contrattuale ha assegnato agli ENTI BILATERALI impegnandoli a rispondere ancor più concretamente di quanto finora fatto alle aspettative e bisogni di imprese e lavoratori, ad esempio invitando gli Enti stessi a supportare anche economicamente gli obblighi formativi in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro.
Sono anche stati aggiornati alle intervenute modificazioni normative istituti contrattuali di rilevante importanza quali l’apprendistato, il contratto a termine e la somministrazione di lavoro.
Ridefinito in modo più chiaro e preciso il testo relativo alla contrattazione di secondo livello che appare essere sempre più rilevante.
In definitiva un contratto certamente sofferto ma che ancora una volta dimostra come la categoria sia in grado di affrontare con forza e determinazione scelte anche difficili ma necessarie per rispondere adeguatamente sia ai cambiamenti del mercato in atto che alle situazioni di crisi che, particolarmente negli ultimi anni, hanno evidenziato la necessità assoluta di risposte flessibili sia in termini di struttura che di organizzazione del lavoro.
Comunichiamo che sono in via di elaborazione i valori delle tranche degli aumenti riparametrati ai livelli artigianali e industriali che pubblicheremo appena definiti.
QUI il testo integrale dell’accordo contrattuale
e, di seguito il