Il coordinamento generale statistico attuariale dell’INPS ha diffuso un report, datato giugno 2020, che analizza l’andamento delle aperture e chiusure di aziende artigiane e commerciali nel periodo 2010- 2019.
I dati sono drammatici : perse in italia quasi 350mila imprese, delle quali poco meno di 300mila artigiane e 50mila commerciali.
Dunque l’epidemia del coronavirus si abbatte su un tessuto produttivo da sempre cruciale per l’economia nazionale e per l’occupazione già devastato e in fase di profonda crisi strutturale.
Facile, fin troppo facile, attribuire le colpe alla grande finanza e all’industria. meno facile ma più realistico valutare l’assenza di interventi strutturali mentre tutti puntano l’attenzione quasi esclusivamente sulla necessità di finanziamenti di supporto ed assistenziali che in gran parte nei casi non risolvono i problemi ma accontentano solo provvisoriamente ed illusoriamente chi non sa più dove aggrapparsi.
Ciò che manca in questa statistica è quanti posti di lavoro si sono persi? come affrontare il problema? e dopo il COVID cosa succederà di chi fin qui è sopravvissuto?
Sono dati sulla base dei quali la nostra federazione, così come tutte le organizzazioni di categoria, federazioni e confederazioni ma anche quelle delle rappresentanze dei lavoratori, è chiamata a riflettere seriamente e cercare risposte concrete e non limitarsi a parlare solo di contributi assistenziali che sanno tanto di cure somministrate al malato terminale. Sempre che si ritenga di poter avere ancora un ruolo effettivo nella tutela e rappresentanza delle imprese.