Enrico Bellotto ci ha lasciati. Per chi non abbia avuto la fortuna di conoscerlo, Enrico è stato per molti anni presidente dei panificatori di Pordenone, membro degli organi nazionali della nostra Federazione, consigliere di amministrazione della società editrice per l’Arte Bianca e membro del Comitato Esecutivo di EBIPAN, l’ente bilaterale nel quale avrebbe dovuto assumere – e meritatamente – la carica di presidente.
Per chi invece l’ha conosciuto e frequentato, Enrico era prima di tutto e soprattutto un fornaio, innamorato del proprio lavoro e della nostra categoria. Un uomo buono, che nella vita di tutti i giorni ha saputo abbinare alla capacità professionale un grandissimo impegno sociale. Nella loro azienda, Enrico e la moglie Daniela, hanno accolto tanti ragazzi disabili, collaborando attivamente con una cooperativa sociale locale. Una cosa non semplice, come serenamente lui stesso l’ha descritta sul suo sito aziendale: “All’inizio avevo paura, non sapevo come relazionarmi. Poi abbiamo fatto i laboratori di pasticceria e ho scoperto quanta semplicità e verità ci sia nella fragilità delle persone”.
Uomo di poche parole ma di sensibilità e intelligenza acuta, innamorato del proprio mestiere, e totalmente dedito, oltre che alla famiglia e al lavoro, all’attività sindacale sia livello locale e nazionale. Dirigente anche dell’ASCOM di Pordenone, sempre in prima fila convinto che l’appartenenza confederale fosse importante tanto quanto il rappresentare e tutelare in prima persona, grazie ad una Federazione forte ed autonoma, i panificatori italiani e particolarmente, quelli della sua terra.
Anche nei momenti più difficili della sua lunga malattia neppure per un attimo ha mancato di partecipare alla vita federale, dando sempre un contributo prezioso ma soprattutto una testimonianza di come intendeva l’attività sindacale: senza compromessi e con la convinta determinazione che questa nostra organizzazione dovesse ad ogni costo resistere alle bufere che tentavano di sconvolgerla e, soprattutto, combattere con forza coloro che, anche dall’interno la volevano definitivamente demolire. A tutto questo si era opposto anche fisicamente, partecipando in persona, già sofferente ma sempre deciso e determinato, all’assemblea straordinaria che si era tenuta a Roma nel dicembre dello scorso anno e dalla quale è partita la rinascita di questa Federazione che sentiva profondamente come sua.
Presidente designato di EBIPAN, l’Ente Bilaterale della nostra categoria, ha visto scatenati contro la sua nomina buona parte dei sindacati ma anche, e purtroppo, rappresentanti datoriali che, assurdamente, tutti assieme, gli hanno negato ciò che gli era, quantomeno moralmente, dovuto.
Enrico non lascia soltanto una testimonianza di vita e di lavoro, ma anche un monito a continuare a lottare senza mai cedere di un millimetro di fronte alle avversità, siano esse malattie o lavoro o di qualunque altro genere, avendo sempre cuore e coraggio per affrontarle con la forza dell’onestà e grande rigore morale, rifiutando facili scorciatoie, senza cedere a compromessi privi di dignità.
Ciao Enrico, conoscerti, averti come amico e come collega è stato per noi tutti un grande privilegio.
Edi Jerian