Il Governo ha presentato lo stato di attuazione del suo programma al 31 dicembre 2021.
La relazione è stata presentata nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con funzioni di Segretario del Consiglio dott. Roberto Garofoli.
Non è solo una misura dell’efficienza o meno dei Governi (ma anche del Parlamento…) che si sono succeduti negli ultimi anni ma anche una doverosa trasparenza nei confronti dei cittadini.
Giunti praticamente al capolinea del Governo Draghi è giusto e corretto che i cittadini possano toccare con mano ciò che si è fatto anche se molto spesso – per non dire quasi sempre – l’attività svolta è stata messa in ombra dall’emergenza pandemica.
Si tratta di un documento che, sinteticamente, riassume non solo e non tanto i provvedimenti assunti nel corso dell’anno ma anche e soprattutto la rassegna e il confronto rispetto alle scorse legislature dei moltissimi provvedimenti attuativi rimasti sospesi perchè alle leggi approvate dal Parlamento e ai Decreti legge del Governo non ha fatto seguito l’emanazione dei regolamenti attuativi che ogni singola legge prevede e normalmente delega a emanazione successiva.
Ne sappiamo qualcosa noi che al Decreto Bersani che prevedeva il riconoscimento del pane fresco avrebbe dovuto seguire un decreto interministeriale attuativo entro 12 mesi e invece ci sono voluti oltre 10 anni, rendendo così per un lungo periodo quella norma del tutto inapplicabile. La conseguenza sono state le molte leggi regionali emanate in quei dieci anni, spesso diverse tra loro e la conseguente difficoltà a emanare una norma che sarebbe stata semplice e chiara se predisposta nei tempi previsti.
Sono dunque cruciali le nuove norme emanate dal Parlamento ma lo sono ancor di più i provvedimenti attuativi che consentono di farle funzionare. Ed è proprio questo probabilmente il punto debole del nostro sistema legislativo che molto spesso mette in crisi il funzionamento dell’Italia. Inutile stanziare miliardi ad esempio per scuole o opere pubbliche se poi mancano i regolamenti attuativi indispensabili a realizzarli.
Quindi, anche se per molti potrebbe risultare relativamente interessante da esaminare, tuttavia basteranno due semplici illustrazioni per comprendere come siano andate le cose:
Tenuto conto che la precedente legislatura (XII) è durata cinque anni e i primi due governi di quella attuale (XVIII) hanno coperto un periodo di tre anni mentre l’attuale Governo in carica lo è dal 13 febbraio, e dunque poco più di dieci mesi.
Come si vede chiaramente, nonostante la pandemia, in dieci mesi sono stati emanati il 51% dei provvedimenti contro un 38% dei precedenti tre anni, mentre nella precedente legislatura hanno impiegato cinque anni per l’adozione del 59% dei provvedimenti attuativi. in sessanta mesi una media mensile inferiore all’1% che ovviamente non regge in alcun modo il confronto con la media di oltre il 5% mensile del Governo Draghi.
Quindi, tutto bene? Non necessariamente, ma comunque un segnale importante che ci siamo avviati su una strada buona.
Ai lettori il giudizio.
Speriamo soltanto di non smarrirci per strada come fanno temere le baruffe chiozzotte dei partiti per il nuovo Presidente della Repubblica e la grande incognita di chi raccoglierà il testimone di nuovo Presidente del Consiglio.